appunti-di-antropologia-culturale_

CLOSE: INCLUSIVE LEARNING ENVIRONMENTS & SEL-SOCIO EMOTIONAL LEARNING- THROUGH CINEMA

Ricerche etno-antropologiche per la comprensione e la costruzione sociale

Conversation & Interaction Analysis
inter/multi-cultural & gender/sex intersections

Ricerche partecipative e analisi di contenuti e processi relazionali 

Documentari, multimedia, video, monografie

Consulenza e progetti di formazione sociale per
 le diversità e la mediazione dei conflitti


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Reperti art-etnografici dall’Antropocene:
produzioni naturalculturali dal Quarto Paesaggio mediterraneo

Allestimento S. Lelli, foto G. D'Addino

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Ognuno prende i limiti del suo campo visivo per i confini del mondo   (Schopenhauer 1851)
… tranne le antropologhe!

 “Osservare è più difficile che inventare”  (G. Rossini, il musicista)

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leggi il programma

https://www.facebook.com/events/989371308072475/

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M.A.V.
MATERIALI di ANTROPOLOGIA VISIVA
Roma, Università La Sapienza

23 novembre 2018

“Histoire d’ H: racconti dal silenzio”

Documentario:  H., la ‘lettera muta’, trasforma il suo ruolo e parla: racconta la storia dell’incesto pedofilo subìto, le sue dinamiche e le conseguenze psicologiche e relazionali portate addosso per tutta la vita. Lo fa con il pathos, la lucidità, la forza e la chiarezza di chi vuole cambiare la storia delle relazioni tra i sessi e tra le generazioni. Dà vita in parole a questa esperienza-memoria incorporata e nel corso della ripresa modifica il suo atteggiamento nei confronti di essa, in una performance di ‘cinema reale’ lirico e politico.
Il documentario è definito ‘sperimentale’ sia per la novità dei contenuti trattati, sia per la scelta registica di ripresa-svolgimento-montaggio, sia per la trasformazione dell’atteggiamento della protagonista che avviene durante la ripresa: inizialmente tesa a proteggere la sua identità, la ripresa rivela la modificazione non solo del ‘contratto filmico-etnografico’, ma anche della protagonista nei confronti della propria storia. H. infatti aveva deciso di non farsi riconoscere, ma nel raccontare entra in scena, diviene pian piano riconoscibile e in fase di postproduzione ha deciso di lasciarsi intravedere, affrontando a viso aperto la realtà della sua stessa storia. L’obiettivo di estrarre dal tabù del silenzio questo argomento, in pieno accordo e collaborazione con la protagonista, è realizzato in primis per lei stessa, attraverso quella che diviene una sorta di video-terapia, e funziona da modello per altre donne, dimostrando che parlarne è possibile, utile e giusto.

http://www.idea.mat.beniculturali.it/attivita/eventi/item/775-mav-2018-materiali-di-antropologia-visiva-call-for-movies

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FESTIVAL INTERNAZIONALE di CINEMA&DONNE
Firenze, La Compagnia,  23 novembre 2018, ore 15.30:

“Violenza sulle donne: storie dal silenzio 2010-2018”

Documentario: una sintesi dei  volti e delle voci di donne che con coraggio hanno spezzato silenzio e invisibilità,
i meccanismi socioculturali che permettono alla violenza di esistere e di riprodursi.
Vincitore del Premio Gilda Antiviolenza 2018
http://www.iwfffirenze.it/
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POE: Politics – Ontology – Ecology
Università di Pisa
“Reperti art-etnografici dall’Antropocene. Produzioni naturalculturali
in un ‘Quarto Paesaggio’ mediterraneo”

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Planet  ©

POLITICS ONTOLOGIES ECOLOGIES

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ANTROPOLOGIA VISIVA E ARTE CONTEMPORANEA
Università di Siena, 29-30 ottobre 2018:
Reperti art-etnografici dall’Antropocene. Produzioni naturalculturali
in un ‘Quarto Paesaggio’ mediterraneo

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FESTAMBIENTE, Rispescia (Gr), Toscana, Italy
Reperti Etnografici dal Mediterraneo

Conferenza interattiva e osservazione ravvicinata di strani oggetti ibridi.
Opere naturalculturali mostrano la realtà del pianeta: nuova conoscenza per nuovi stili di vita.

https://www.festambiente.it/reperti-etnografici-dal-mediterraneo/?sf_action=get_data&sf_data=results&_sft_category=conferenze&post_date=17082018

       24-Pinnae Nobilis et Ignobilis-Appropriation-S.Lelli_MG_8692
Pinna nobilis et ignobilis  ©

Fourth Landscape in the Anthropocene.
Artethnographic Findings from a Mediterranean Waterfront”

Congress: Managing Global Social Water – Giornata Mondiale dell’Acqua – 23 marzo 2018
Università di Firenze
presentazione dei reperti e dell’articolo  in  Archivio Antropologico Mediterraneo,  XX (2017) 19 (2)

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Ethnographic Findings from a Mediterranean Landscape:
Waste in Anthropocenic Representations

Congress: SCIENCES, SAVOIRS ET PRATIQUES DES DÉCHETS. Les déchets, objet culturel?
Paris, 22-23 novembre 2017, Institut des Amériques

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Reperti Etnografici dall’Antropocene

Exhibit:  8-13 novembre 2017, Festival Internazionale di Cinema & Donne –  Teatro della Compagnia, Firenze

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Ethnographic Findings from Anthropocenic Waterfronts
Exhibit and Conference: Ambienti di vita e ambienti immaginati, Nuove sfide per l’antropologia
5-8 novembre 2015, Università di Bolzano
Mostra e Tavola Rotonda / Ausstellung und Runder Tisch:  Quarto Paesaggio – Quarto Potere

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LiberPop: la Prima Libreria di Tutte e Tutti

AntropoLogiche diventa parte di una rete di associazioni socio-culturali e persone, fondatrici della Prima Libreria di Tutte e Tutti a Firenze. Si chiamerà LiberPop, riecheggiando le idee di libreria popolare e libertà.

Le associazioni e le persone della rete-nuova associazione avranno la possibilità di proporre libri, presentazioni, conferenze, film, mostre, performance ed eventi culturali nei locali dell’attuale Libreria Nardini con sede alle Murate, in convenzione con il Comune di Firenze.

Trovate informazioni, regole, intenti,  elenco dei membri, Statuto e Atto costitutivo della nuova associazione a questo link: www.liberpop.it/statuto

Ci farà piacere se vorrete condividere e partecipare a questa iniziativa che offre spazio pubblico e opportunità per diffondere cultura in ogni suo aspetto – informativo, sociale, politico, artistico, ecologico… – e che con la partecipazione di molti può diventare un vero strumento di miglioramento sociale:

good to know:
VIOLENZA INVISIBILE e VIOLENZA SVELATA sono tra i 10 migliori film nella classifica di cinema internazionale di Alias-il Manifesto –  di Maria Grosso:   http://ilmanifesto.info/top-ten-film-2016/

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Presentazioni :
               Mead-Lelli Copertina      
“Margaret Mead, quando l’antropologo è una donna”, 2016, Silvia Lelli, Clichy.
Il libro sulla ‘scopritrice’ della costruzione socioculturale dei sessi. 

DOCUMENTARI RECENTI:

VIOLENZA SVELATA. Storie di ordinaria violenza
regia di Silvia Lelli
documentario, Italia, novembre 2016, 56 min.

Collaborazione di Alessandra Pauncz – CAM
Partecipazione speciale di  Vincenza Modica
Musiche gentilmente concesse da Elena Somaré, fischiatrice

Interpreti: Nerina Cocchi, Graziella Faiani-partigiana, Elena Bougleux, Hamdi Abdurahman Ahmed, Francesca Spinelli, Nicola Ascoli, Anna Lord, e tante altre donne e uomini consapevoli.

Prosegue la denuncia sulla violenza nei confronti delle donne, intrapresa da Silvia Lelli nel 2010, con la ricerca che realizza la prima trilogia europea di documentari sul tema: un’analisi multilivello sulla violenza di genere, da quella socio-culturale, strutturale, endemica, a quella di coppia, alla pedofilia.

La violenza di genere è prodotta e riprodotta in continui fatti quotidiani nascosti dietro il NON DETTO, meccanismo del SILENZIO che permette alla violenza di perpetuarsi. Parlarne è il primo strumento di contrasto.

Per questo donne e uomini hanno deciso di raccontarla a piena voce, a testa alta: parlarne significa spezzare il meccanismo di invisibilità che permette a questa violenza endemica di riprodursi.

Il nuovo documentario svela i meccanismi che collegano la visione comune, irrispettosa del genere femminile, alle discriminazioni sociali e pubbliche nei confronti delle donne, alle violenze private, tra relazioni affettive e poteri, tra casi particolari e mondo globale.

La svelano donne, un uomo, un’anziana partigiana, che conserva con affetto la propria pistola. Il racconto di una donna è interrotto dall’arrivo dell’abuser, mentre una donna ‘velata‘, sopravvissuta ai barconi nel Mediterraneo, ci ricorda i velidelle donne occidentali.

Tra queste storie si insinua una storia muta, decaloghi vecchi e nuovi di regolamentazione della donna, e un tema ricorrente, i libri.

 Storie a cui spesso non prestiamo attenzione mostrano la complessità di queste violenze, che hanno radici in un orizzonte socioculturale apparentemente ‘normale‘ – in realtà assai diseguale – che produce e legittima le violenze, da quelle quotidiane, che la società non vuole ammettere, a quelle più estreme.

 L’atto stesso di renderle pubbliche parlandone in un documentario disinnesca il meccanismo del silenzio e il film stesso diviene  strumento concreto di contrasto alla violenza di genere, di lotta  per il rispetto, la pari libertà e dignità tra uomini e donne.

La trilogia documentaria di S. Lelli sulla violenza contro le donne, composta da ‘Eu gosto de ser mulher 2013, Violenza Invisibile 2015, ‘Violenza Svelata2016,  presenta le seguenti caratteristiche:

 – per la prima volta donne e uomini coinvolti in situazioni di violenza ne parlano in un documentario, un mezzo che ha un forte impatto sociale sul pubblico.
– Parlare apertamente e pubblicamente di violenze subite o perpetrate mostra, innanzitutto, che farlo è possibile.
– Analizzare senza paura e senza vergogna ciò che la società non vuole sapere e vedere aiuta altre donne e uomini coinvolti o vicini a situazioni di violenza a riconoscerla e ad uscirne.
– il documentario svela il filo invisibile, il comune denominatore socioculturale che collega storie individuali apparentemente non collegate tra loro, i più diversi  contesti quotidiani e  strati sociali.
– Il metodo di lavoro partecipativo accoglie interpreti e informazioni dalla rete, dalla strada, da laboratori, da associazioni, da ricerche antropologiche.
– La modalità etnografica di ripresa senza alterazione dei contesti, con troupe minima – generalmente composta dalla sola regista – permette la rappresentazione di emozioni reali, alla maniera del      cinema vérité. Ciò crea una forte empatia del pubblico nei confronti dei protagonisti e comunica il desiderio di superare la paura,   spezzare l’omertà, svelare problemi solo apparentemente privati, ma in realtà sociali, che riguardano tutte-i.

– Ciò rende il film un efficace strumento socio-educativo e di concreta prevenzione.

VIOLENZA INVISIBILE. ABUSI CULTURALI E FISICI SULLE DONNE

regia di Silvia Lelli
documentario, Italia, 2015, 121′ 

Il primo documentario europeo che realizza un’analisi a tutto campo sulla violenza di genere, da quella di coppia, all’incesto, al femminicidio, e svela i collegamenti tra ‘ordinaria discriminazione’ e violenza.
Della violenza oggi bisogna parlare, ma con attenzione: le-i protagonist*, donne e uomini,  riflettono assieme al pubblico senza toni scandalistici, senza rivendere come cronaca nera il sangue che vogliamo denunciare, senza ri-vittimizzare le donne, mostrando la loro dignità, la loro forza, le loro ragioni.
 

Realizzato con il sostegno di Regione Toscana e Toscana Film Commission
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Alias – Il Manifesto, Maria Grosso, 11-6-2016
http://ilmanifesto.info/smantellare-secoli-di-violenza/

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Abuso culturale agito su di una bambina

Immagini dalla proiezione del 18 giugno 2016, P.zza SS. Annunziata, Firenze – ApritiCinema:

VIOLENZA INVISIBILE 18 giugno 2016-1 ApritiCinema VIOLENZA INVISIBILE 18 giugno 2016-ApritiCinema

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Invisibile‘ è la violenza di genere, che la società non vuole vedere, difficile da riconoscere per chi la subisce, difficile da ammettere per chi la compie, costruita in forme sottili, inizialmente verbali o simboliche, poco evidenti, che le permettono di crescere, distruttive quanto la violenza fisica.Laboratorio di Antropologia  – Corso PROGEAS, Università di Firenze

VIOLENZA INVISIBILE tratta di varie forme di violenza agite sulle donne, focalizzandosi su quelle  meno visibili: strutturali, culturali, psicologiche, domestiche, sessuali, economiche, immerse nel contesto socioculturale attuale. Forme di violenza ‘invisibili’, nascoste tra le pareti delle case, chiuse nell’omertà culturale, nelle abitudini quotidiane, nella discriminazione di genere come ‘normalità’, elementi culturali che costituiscono il terreno fertile in cui le forme di violenza più eclatanti – fisiche, femminicidi – affondano le radici.

La “Violenza Invisibile” è un argomento ‘maltrattato’ dai media, nascosto da visioni populiste, sensazionaliste e vittimistiche che si occupano solo di episodi isolati di violenza fisica estrema, sfruttandoli come fatti di cronaca senza approfondire i processi socioculturali che le producono – in pratica vendendo il sangue che dicono di denunciare.
Il documentario invece, attraverso le storie di donne uscite da percorsi di violenza, uomini maltrattanti, operatrici-operatori mostra i segnali e le dinamiche relazionali che preludono a questi eventi, per renderli visibili e riconoscibili prima del manifestarsi di atti estremi.
L’immagine della donna risulta dignitosa, consapevole, capace di rispondere a situazioni drammatiche e trovare vie d’uscita personali, sociali e politiche, sebbene minacciata ancora da una violenza ancora ‘invisibile’, della quale è difficile addirittura parlare, raccontata con grande dignità e profondità dalle-dai protagoniste-i stesse-i.

Silvia Lelli e Alessandra Pauncz sul set di Violenza Invisibile:

Silvia Lelli-REGISTA sul set di Violenza Invisibile                   Alessandra Pauncz CAM-005742

Violenza Invisibile” guida nel labirinto della violenza di genere racchiusa nelle case, un incesto pedofilo, una fuga… storie, dati e passioni raccolte sul campo, con metodo etnografico ed in Laboratori e Workshop partecipativi, seguendo psicologhe e psicologi che lavorano sia con le vittime che con gli abusers. È uno strumento di informazione, formazione, di empowerment e prevenzione, che permette di analizzare e riconoscere questi processi sociali e personali, privati ma comuni, di cui ancora oggi è difficile parlare anche in contesti educativi. Adatto ad un pubblico ampio, alla diffusione cinematografica o inserito in iniziative sul tema, accompagnato da interventi della regista-antropologa e di specialiste-i in scuole superiori, università, associazioni, convegni ed altri luoghi di sensibilizzazione e formazione.

Violenza Invisibile‘ è primo documentario italiano (e forse europeo) che realizza un’analisi accurata sulla violenza domestica di genere, da quella di coppia, allo stupro, all’incesto, svelandone aspetti ancora poco noti, interrogandosi sui confini tra discriminazione e violenza. Mostra come esperienze finora considerate ‘private’, siano in realtà problemi sociali, culturali, economici, politici. Un viaggio per giovani e adulti che passo dopo passo decostruisce e dirime i tabù, le paure che impediscono di parlarne, gli aspetti ‘inguardabili e indicibili’, finora nascosti nel silenzio, nell’omertà talvolta inconsapevole, rendendo comprensibili, trasparenti, transitabili, pensabili e dicibili queste difficoltà.

Realizzato sulla base di una ricerca antropologica svolta la collaborazione di molte donne e uomini direttamente coinvolti in situazioni di violenza e con associazioni, esperte-i, operatrici-operatori e politiche-i, tra cui Marisa Guarneri e Cristina Carelli (Casa delle Donne-Milano), Lea Melandri (saggista), Sara Gandini (Libreria delle Donne-Milano), Beatrice Lilli e Marina Antonini (Donne Contro la Guerra-Spoleto), Teresa Bruno (Artemisia), Alessandra Pauncz e Giacomo Grifoni (CAM), Margarethe von Trotta (regista), Oria Gargano (BeFree-Casa delle Donne-Roma), Stefano Ciccone, Claudio Vedovati (Maschile Plurale), Eleonora Pinzuti (linguista, poeta), studentesse e studenti dell’Accademia di Bologna e delle Università di Bologna e di Firenze e molte-i altre-i.

La durata complessiva è di 2 ore, ma il film è diviso in 4 capitoli (Pensieri Comuni, Donne, Uomini, Pratiche e Politiche) ed è vedibile anche in parti separate, adattabile a diverse occasioni sociali, politiche, culturali, educative, formative, secondo interessi, focus, iniziative, selezionando uno o più aspetti in particolare.

Dal punto di vista cinematografico sono da segnalare:

– la modalità partecipativa per la raccolta di interpreti e di informazioni attraverso Laboratori e Cantieri Aperti sul tema;
– la modalità etnografica di ripresa, con troupe minima, senza modificazione dei contesti reali;
– per la prima volta donne e uomini coinvolti in situazioni complesse di violenza parlano apertamente, pubblicamente e in maniera approfondita, di ciò che ancora oggi la società non vuole vedere, ammettere, discutere.

Da qui, oltre al titolo, nasce la sfida documentaristica: “è possibile rendere visibile l’invisibile”? Far vedere qualcosa che né i protagonisti, né la società vuole vedere? Riusciamo a svelarlo senza ri-vittimizzare i soggetti reali, mostrando la forza e la dignità delle donne, attraverso il documentario, senza l’ausilio della fiction?

Questa domanda è ora rivolta al pubblico.

Il film ha origine dal Progetto Europeo VAVME-Laboratorio Immagine Donna, vincitore del Premio StarProject 2012, a cui S. Lelli ha partecipato realizzando le prime video-conversazioni sul tema in Italia e in Portogallo.

È vincitore del Premio CoReCom Regione Toscana 2014 per gli spot televisivo e radiofonico sulla comunicazione sociale.

È vincitore del contributo su Bando Incoming-Regione Toscana e sostenuto da Toscana Film Commission.

Anteprima: Novembre 2015  – Firenze, Cinema Odeon
Evento finale del 37° Festival Internazionale di Cinema&Donne
International Festival of Women in Cinema

RASSEGNA  STAMPA

Intervista con Silvia Lelli, a cura di D. Lombardi e L. Chiaramonti
http://www.fattitaliani.it/2016/01/a-tu-per-tu-con-silvia-lelli-un-amore.html
– http://informazioneindipendente.com/adocumentari

La Repubblica, Gaia Rau, 7-11-2015
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2015/11/07/cinema-e-donneFirenze20.html?ref=search

Alias-Il Manifesto, Silvana Silvestri07.11.2015
http://ilmanifesto.info/un-laboratorio-ricco-di-storia-e-creativita/

Alias – Il Manifesto, Ester De Miro, http://ilmanifesto.info/cinema-e-donne

StampToscanaVincenza Fanizza, 9.11. 2015 
http://www.stamptoscana.it/articolo/cinema/festival-internazionale-cinema-e-donne-violenza-invisibile-chiude-la-rassegna#sthash.unYO0rl8.svt0nqf8.dpuf